REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: LA CONTINUITA' CON L'ITALIA DEL VENTENNIO 


UN PERIODICO NELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: “L'AZIONE COLONIALE”
Marini Viganò
 
 
     Si cercherebbe inutilmente, nel pur completo studio di Vittorio Paolucci sulla stampa periodica della R.S.I. (1), la scheda de “L'Azione Coloniale” o qualche cenno ai 18 mesi di pubblicazione del periodico tra il settembre '43 e l'aprile '45.
    Eppure la testata, portabandiera negli anni '30 dell'espansione coloniale italiana, malgrado l'indubbia singolarità per I 'Italia repubblicana decurtata persino del territorio metropolitano, avrebbe proseguito le pubblicazioni sino all'ultimo, a Roma ed a Venezia.
    Per ben inquadrare vita e ruolo del foglio in quello scorcio del periodo bellico, si è domandata una testimonianza all'ideatore e direttore de “L'Azione Coloniale”, dott. Marco Pomilio, sull'intera parabola del prestigioso giornale.
    Ricorda, dunque, Pomilio sugli inizi e sulle fortune degli anni '30:
     Il mio giornale è nato come pagine coloniali, prima di diventare “L'Azione Coloniale”. Io, da studente universitario nel 1929, '30 e '31, sul “Tevere”, quotidiano di Telesio Interlandi (di cui è stato inviato in Africa, e poi è venuto nella R.S.I ., Giorgio Almirante), avevo pubblicato la “pagina coloniale”. Essa si pubblicava quindicinalmente sul “Tevere” di Interlandi, con il quale avevo stabilito un accordo per un compenso di qualche centinaio di lire, a quei tempi. Dopo tre anni, presa la mano ai problemi coloniali, visto che la cosa prendeva piede e vista forse la prospettiva di un espansione africana futura, fondai “L'Azione Coloniale” (...). Avevo fondato “L'Azione Coloniale” il 15 gennaio 1931 ed esso era sorto come quindicinale, ma dopo un anno diventò settimanale; era formato quotidiano e, mano a mano che l’Africa prendeva interesse sino agli anni dell'Impero seguiti da anni di specifica importanza, il giornale formato quotidiano arrivò fino a 48 pagine. Quindi, era un grosso giornale a larga diffusione e, naturalmente di grande attualità, perché quello era il periodo d'interesse per l'Africa. Il centro amministrativo nazionale e la proprietà erano miei e ne ero direttore responsabile. “L'Azione Coloniale” stava in una bella sede di via Barberini, anche prestigiosa come locali, ed io avevo un corpo di redazione estremamente valido. Tra i redattori avevo un paio di nomi che vale ricordare, anche perché sono celebri nel giornalismo italiano: uno era Vittorio Gorresio, grande giornalista de “La Stampa” e capo dell’Ufficio romano di quel giornale, che realizzò splendidi servizi dalla Tunisia e da altre sedi. L’altro giornalista, altrettanto famoso, era Ruggero Orlando, il quale era redattore per il Medio ed Estremo Oriente, materia nella quale egli era particolarmente versato: brillantissimo giornalista e di grande rapidità di estensione di articoli di attualità. (...). Noi eravamo sotto due Ministeri: il Ministero dell'Africa Italiana, che ci seguiva direttamente ed al quale delle volte sottoponevamo dei problemi non dico come censura, ma come opportunità di trattarli (se dei testi erano delicati, li facevamo visionare a loro); ed il Ministero della Cultura Popolare. Questi erano i Ministeri con i quali eravamo in rapporto, l'uno come competenza istituzionale di giornale (Cultura Popolare), l'altro per la materia trattata (Africa Italiana). Alessandro Lessona, mio caro amico ha tenuto a battesimo “L'Azione Coloniale” quand'è nata. Allora Lessona era sottosegretario alle colonie ed è venuto nella nostra prima sede di Roma a brindare alla nascita dell’“Azione Coloniale”, il 15 gennaio del '31, in via XX Settembre, prima che ci spostassimo nella bella sede di via Barberini 96. (...). lo andavo a rapporto da Mussolini, non con la frequenza dei direttori dei quotidiani, ma almeno una volta al mese o due mesi, per discutere di vari problemi: aveva una grande passione per i problemi africani e con me parlava volentieri. Io ho trovato sempre Mussolini un uomo di grande umanità e di estrema disponibilità. Mussolini ha vissuto con impegno l'impresa africana. “L'Azione Coloniale” era stato il giornale d'avanguardia del movimento ed io ero stato uno degli esponenti del movimento di espansione coloniale (cosi come lo chiamavamo): fui, così, in condizioni di andare a rapporto da Mussolini non come direttore di quotidiano, ma come direttore di settimanale, periodicamente. Quando si svolgevano gli incontri, io rilevavo una grandissima conoscenza dei problemi dell'Impero appena costituito e negli anni dello sviluppo; un interesse enorme a conoscere notizie, elementi di giudizio e valutazione, pareri, opinioni, ed un'estrema amabilità nel tratto. Quell'uomo che sembrava duro ed imperioso (e lo era) davanti alle folle, nei colloquio a quattr'occhi era estremamente umano, gradevole e, alle volte, di un'estrema semplicità e di grande humour. (...). Allora c'erano colonie di un po' di tutti i Paesi e noi, in pratica, gravitavamo su un po' tutto il continente africano come quasi totalità della materia trattata; e gravitavamo anche su quei possedimenti d' oltremare che non erano in Africa. Si andava dalla nostra Rodi, che era un possedimento e non una colonia, per arrivare sino a ciò che Francia ed Inghilterra avevano nei Caraibi e nell'Oceano Indiano; quindi, tutto ciò che fosse possedimento o colonia in qualunque parte del mondo, gravitava nella nostra area di interesse. (. ..). Cosa facevamo? Noi consideravamo gli aspetti anche folkloristici, etnici, religiosi e tutto ciò che era storia delle popolazioni; ma soprattutto noi ci occupavamo degli aspetti economici e di colonizzazione: cioè, di come gli altri Paesi si comportassero a livello di potenza coloniale, appunto. (...). Noi eravamo stati il giornale che sosteneva l'espansione dell'Italia in Africa, io avevo fatto parte della corrente espansionista e naturalmente avevo partecipato appieno al movimento di rivendicazione africana molto vicino ai tedeschi, in questo. I tedeschi, infatti, avevano creato lo slogan “Volk ohne Raum, Raum ohne Volk”, ed io avevo spesso l'occasione di andare in Germania ad incontrare l'esponente del colonialismo tedesco e creare la linea di solidarietà reciproca. I tedeschi appoggiavano molto marcatamente le nostre rivendicazioni sulla Tunisia, noi appoggiavamo le loro rivendicazioni territoriali dicendo che non era giusto che un grande popolo, pressato tra i suoi confini, non avesse disponibilità di spazio quando in Africa ce n'era tanto e non c'era nessuno a valorizzarlo. Ricordo Krumbach, uno degli esponenti dei movimenti giovanili africanisti piuttosto autorevole ed in vista; con lui i contatti erano frequenti: io andavo a Monaco e Berlino, lui veniva spesso a Roma, quindi ci tenevamo in contatto. C'era una considerevole solidarietà di “Asse” tra noi. ( . . .). Mussolini mi dette il motto per “L'Azione Coloniale”, che recitava: “Gli imperi per sicuramente tenerli bisogna popolarli da metropolitani che posseggano una decisa coscienza razziale”. Questo era il motto che Mussolini scrisse di suo pugno per “L'Azione Coloniale” e che fu posto nella testata del giornale, rimanendovi sino a che il giornale cessò le pubblicazioni (2)
    L'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, non influisce sulla pubblicazione de “L'Azione Coloniale”, che “continuava ad uscire, ma non con quella frequenza, perché evidentemente erano subentrati altri problemi che soverchiavano quelli africani” (3); ma certamente influisce sul raggio d 'azione del periodico, come sottolinea ancora Pomilio a proposito di ciò che l'evento avesse comportato redazionalmente:
    Ha comportato la preclusione a tutto ciò che era contatto diretto con il mondo del quale si occupava il giornale (tutta l 'Africa e gli altri Paesi), e quindi si sono diradati mano a mano viaggi e visite. Io, poi, sono stato sul fronte di El-Alamein come Tenente del Nucleo Stampa, ed ho partecipato alla guerra in forma abbastanza attiva e presente; poi, siamo rientrati con l'ultimo volo dalla Libia con Scorza e non sono più tornato in Africa. Però, ”L'Azione Coloniale” ha continuato regolarmente ad uscire, ed ovviamente a tenere viva la fiamma del nostro impero coloniale; tutto ciò che trattavamo si era trasformato prevalentemente in fatti di guerra (4).
    Cesura vera e propria rappresenta, invece, il 25 luglio, quando la caduta del Regime fascista e l’intermezzo badogliano inducono, tra l’altro, Pomilio ad allontanarsi dal giornale e ad impegnarsi (seppur marginalmente) nell'operazione “Eiche”, intesa dai tedeschi ad individuare la prigione di Mussolini ed a condurre alla sua liberazione (1° agosto - 12 settembre) (5).
    Racconta Pomilio:
     Ho assistito ad un rinnegamento fulmineo e a dei voltafaccia incredibili di tutti coloro che cercavano di volgersi al vento. Io, siccome ero rimasto fedele alla mia idea (tant'è vero che poi sono andato in Repubblica Sociale Italiana), non volevo continuare ad essere il responsabile del giornale perché non poteva più esprimere le idee e trattare gli argomenti che io ritenevo, nella mia convinzione, di dover trattare ed allora ho delegato Rossi a direttore responsabile del giornale per il periodo dal 25 luglio al settembre. (...).
    L'8 settembre è successo ciò che è successo, ed il 12 è avvenuta la liberazione di Mussolini. Io ero stato in contatto con la Wehrmacht, che aveva concordato un piano di ricognizione del Gran Sasso, dov'era prigioniero Mussolini e dal quale è stato liberato. Io avrei dovuto partecipare, travestito da pastore, a quell'operazione di informazione e di ricerca, ben preparata ed alla quale io ero molto orgoglioso di partecipare perché volevo molto bene a Mussolini. Invece poi, l'operazione non fu più realizzata perché Skorzeny bruciò tutte le tappe e Mussolini fu liberato. Questo pittoresco incarico me l'aveva conferito un Ufficiale della Wehrmacht che abitava nel mio stesso palazzo, ai Parioli, e mi venne a trovare in casa conoscendo la mia fede molto ferma, chiedendomi se fossi disposto a collaborare. Io gli risposi che l'avrei fatto volentieri e lui mi espose tutti i particolari del piano: era una grossa ricognizione che si andava a fare per vedere d'individuare dove fosse Mussolini e quali fossero le possibilità di liberarlo (6).
     Di poco successivo, ad ottobre, è il trasferimento della testata al Nord, e precisamente a Venezia, dove il Governo Nazionale Repubblicano pone una sede staccata del Ministero della Cultura Popolare. Si apre, per “L'Azione Coloniale”, l’ultima fase, ed alla direzione torna di nuovo Marco Pomilio:
    Quanto alla mia adesione alla R.S.I., fu opera di Fernando Mezzasoma, nominato Ministro della Cultura Popolare; quando si formò il Governo a Roma, Mezzasoma mi disse “Marco, devi venire al Nord dove noi portiamo tutto”. Già in ottobre, io andai a Venezia, essendo concordato che “L'Azione Coloniale” si sarebbe stampata presso il “Gazzettino di Venezia”, che io avrei avuto la direzione dell’“Azione Coloniale”, la quale sarebbe diventata organo di tutti gli italiani che venivano rimpatriati dall'Africa con le famose “navi bianche”: ed erano 45 000. Quindi, io avevo sottoscritto un accordo con il Ministero dell’Africa Italiana che durante la R.S.I. era a Cremona; questo mi dava tutti i fascettari e gli importi degli abbonamenti cosicché avevo una buona possibilità economica di sostenere il giornale. Noi mandavamo il giornale a tutti i rimpatriati d'Africa per tenere viva la fiamma e la speranza che un giorno si sarebbe tornati in quei territori e la guerra si sarebbe vinta. Quindi “L'Azione Coloniale” ebbe una funzione molto interessante di supporto morale, spirituale, patriottico per tutti quegli italiani rimpatriati dall 'Africa e che aspettavano di ritornarci. Tale è stata la funzione del mio giornale dal '43 al ‘45 (. . .). La delega al Ministero dell 'Africa Italiana fu data ad Attilio Bazzani che era stato segretario generale del Governo di Rodi durante il governatorato di Cesare Maria De Vecchi. Attilio Bazzani era un uomo di amministrazione eccellente e lui mi amministrava tutti gli abbonamenti, mi faceva avere tutti i fascettari per l’operazione del giornale dei rimpatriati d'Africa. Io ero andato a Venezia con l'incarico di dirigere “L'Azione Coloniale” ed il quotidiano del pomeriggio “La Gazzetta di Venezia” (il “Gazzettino di Venezia” usciva in mattino). Però siccome era venuto a dirigere il “Gazzettino di Venezia” Guido Baroni uomo di Galeazzo Ciano Baroni si scocciò e non mi diedero più la direzione della “Gazzetta”; comunque io avevo il mio daffare con il mio giornale. Avevo la redazione nel palazzo del “Gazzettino” ed avevamo tanto lavoro perché facevamo uscire regolarmente il numero dell'“Azione Coloniale” ogni settimana: tiravamo 50.000 copie, 5.000 nelle edicole e 45.000 ai rimpatriati d 'Africa (7).
     La comparsa de “L'Azione Coloniale” nel territorio della R.S.I. non è un caso isolato di stampa di pagine coloniali. A Busto Arsizio, in provincia di Varese, viene dislocata nell'autunno del '43 la Scuola Allievi della Polizia Africa Italiana: circa 400 allievi salgono al Nord da Roma, dove il Comando Generale della P.A.I. resta sino al giugno del '44 (8). E proprio il quotidiano varesino “Cronaca Prealpina” vara, nel febbraio ‘45, una pagina destinata ai reduci d’Africa:
    “Il 18 febbraio 1945 (a. LVIII, n. 42) Cronaca Prealpina ospita la “Pagina Coloniale” a cura della sezione provinciale dell’Istituto fascista Africa italiana. Destinata ai rimpatriati, numerosi a Varese, la pagina che uscirà sino al 15 aprile 1945 ad intervallo settimanale, esalta il ruolo del fascismo nei territori d'oltremare, sfruttando i temi classici cari al reducisrno: onore, fedeltà alla patria, grandezza dell'impero (9)”.
    Semmai, “L'Azione Coloniale” si distingue per la diffusione nazionale e per il tentativo, attuato fra maggio e giugno del '44, di dar vita ad una iniziativa propagandistica di più largo respiro verso il Medio Oriente, fertile terreno attivistico sino agli inizi degli anni '40 (10), con particolare riguardo per l'Egitto, allora assai vicino all'Italia e nella sua sfera di interessi (11).
    Scrive, dunque, il 23 maggio 1944 Marco Pomilio al Sottosegretario agli Esteri della R.S.I., Serafino Mazzolini:
     “Caro Ministro, Da un gruppo di appassionati giornalisti d'Oriente che fa capo ad un colto ed intelligente egiziano mi viene rivolta la preghiera di sottoporre all'autorevole tuo giudizio il promemoria riservato che ti allego. Assolvo volentieri l'incarico affidatomi ben conoscendo la tua passione e la tua alta competenza circa i problemi del Vicino e Medio Oriente. Sarò grato alla tua benevolenza se vorrai darmi modo di far pervenire agli interessati una esauriente risposta (12)”.
     Il promemoria, in sei punti, auspica soprattutto la ricostituzione di un'agenzia d'informazioni e di propaganda che sfrutti il nazionalismo arabo e egiziano anti-britannico ed anti-francese (13), mai sopito in Egitto e nei mandati di Palestina. Mazzolini, direttamente interessato (nel 1942 era stato nominato Alto Commissario per l'Egitto), accusa ricevuta del progetto di lì a pochi giorni:
     “Caro Pomilio ho ricevuto la tua lettera del 23 maggio u.s. relativa alla auspicata creazione di un'Agenzia italiana che si interessi delle informazioni sull'Oriente, il Mediterraneo e l'Africa da fornire alla stampa ed alla radio italiano. Sono ovvie l'importanza e l'utilità che avrebbe tale Agenzia di informazioni benché non mi nasconda che allo stato attuale delle cose varie difficoltà di carattere pratico si oppongano alla realizzazione del progetto. Debbo ad ogni modo farti presente che la questione rientra nella competenza della Cultura Popolare per cui dovresti rivolgerti all 'amico Ministro Mezzasoma. Inutile dirti che sarà da questo Ministero esaminato con il più vivo spirito di collaborazione ogni eventuale progetto sull'argomento (14).
    Ma l’episodio resta senza seguito di gran rilievo, se si eccettua la pubblicazione del bollettino settimanale “La Voce Araba”. Scrive Renzo De Felice in un suo saggio su fascismo ed Oriente, a proposito della politica araba della R.S.I.:
    "L''unica traccia di una qualche attività di questa verso gli arabi da noi trovata è costituita dal primo, e certo unico, numero (1 gennaio 1945) del “Bollettino di informazioni per gli arabi in Europa”, “La Voce araba” che però ha tutta l'aria di essere compilato non da arabi ma da qualche ex funzionario dell’Istituto per l'Oriente che aveva per modello “Oriente Moderno” (15)”.
     E, in effetti, il consuntivo dell'attività della Direzione Generale degli Affari Politici del Ministero Esteri della R.S.I. al gennaio 1945, conferma sostanzialmente tale quadro:
    “PERSONALITÀ POLITICHE E STUDENTI ORIENTALI. Per ragioni di opportunità politica è continuata l’erogazione di sussidi e di borse di studio, a favore di personalità politiche e di studenti orientali, che si sono dimostrati fedeli al Governo Repubblicano e si sono trasferiti nell'Italia Settentrionale. In seguito ad accordi con il Ministero della Cultura Popolare anche nell'auspicata eventualità di una ripresa della nostra radio-propaganda araba, si è provveduto alla sistemazione amministrativa di un gruppo di arabi che collaboravano con Radio Bari. Alcuni di essi, distaccati presso la Direzione Generale degli Scambi Culturali nel predetto Ministero, curano la compilazione del bollettino settimanale di informazioni: "La Voce Araba" (16)”.
    Tornando a “L'Azione Coloniale”, il periodico riprende le pubblicazioni con cadenza settimanale dal 18 novembre 1943, col sottotitolo “Settimanale dell'Istituto Fascista dell'Africa Italiana”, mutato nel '44 in “Organo degli Italiani d'Africa”; il motto consegnato da Mussolini, “Gli Imperi per sicuramente tenerli bisogna popolarli e da metropolitani che posseggano una definita coscienza imperiale”, compare sempre in facsimile sulla destra della testata.
    Il ritorno in edicola è sottolineato da un corsivo di Marco Pomilio, “Ripresa”, e solennizzato attraverso “Il fiero saluto del Commissario Federale” di Venezia; la data, coincidente con l'VIII annuale delle sanzioni, è occasione per una rievocazione a tutta pagina “Sanzioni, ferita sempre viva nella nostra carne -1 contro 52: e vincemmo!”(17).
    Dal numero successivo, compare un'ampia “spalla” polemica sulle vicende belliche, sotto il titolo “La voce della boscaglia”, nella quale, durante i mesi seguenti, episodi della guerra condotta dagli Alleati nelle colonie vengono sarcasticamente stigmatizzati (18).
    Tradizionalmente legato al Ministero dell'Africa Italiana, “L'Azione Coloniale” non manca d'informare i lettori sulla nuova, temporanea assegnazione del Dicastero alla Medaglia d'Oro Francesco Maria Barracu (19); nè di tenerli debitamente al corrente delle comunicazioni che l'Ufficio Assistenza della sede staccata di Roma del Ministero (via Quattro Fontane, 161) dirama ai reduci d'Africa (20).
    Per quanto attiene, invece, al mantenimento dei legami ed all'assistenza diretta fra questi ultimi, la rubrica “Posta degli Italiani d'Africa” fornisce loro consigli e notizie per il disbrigo di pratiche burocratiche, rese certamente più penose dalla dispersione degli uffici e dall'esilio dalle colonie italiane: basti pensare ai drammi dei prigionieri e dispersi, ed alle questioni dei danni di guerra (21).
    Infine, con l'ultimo numero dell 'annata 1944 si giunge alla risoluzione di inviare gratuitamente il periodico a tutti i rimpatriati d'Africa:
     “Il Ministero dell'Africa Italiana con un gesto spontaneo di affettuosa solidarietà è entrato nella determinazione di far pervenire gratuitamente a tutte le famiglie italiane rimpatriate dall'Africa il giornale “L'Azione Coloniale” cui è affidato il compito di organo di collegamento fra i vari profughi di oltremare ed il Ministero stesso. L'invio del giornale avrà inizio con il prossimo anno. Rivolgiamo pertanto pressante invito a tutti gli italiani d'Africa di farci pervenire con la massima urgenza il loro indirizzo completo, aggiornato ed esatto ed inoltre di invitare tutti i loro conoscenti rimpatriati dell'A.O.I. e della Libia a fare altrettanto (22)”.
    Gli eventi di portata nazionale sono, naturalmente, evidenziati sul periodico. Così, ad esempio, la tragica conclusione del processo di Verona contro i 19 del Gran Consiglio (8-10 gennaio 1944), con l'esecuzione di 5 sui 6 imputati in stato d'arresto (23); processo seguito da Marco Pomilio in tutte le udienze:
     Io ho seguito anche tutto il processo di Verona andando da Venezia a Verona ogni giorno e seguendolo dalla mattina alla sera; non ho mai dimenticato quell’enorme platea che gridava “Morte a Ciano! Morte a Ciano!”. Là c'era veramente il senso della rivoluzione come nell'89: urla di una massa di parte che voleva sangue (24).
    E così le giornate di Mussolini a Milano (16- 18 dicembre 1944), del quale si riportano soprattutto i passi “africanisti” dei discorsi tenuti al Teatro “Lirico” ed al Castello Sforzesco (25). Tra le manifestazioni militari, si ricordano il VII annuale di fondazione della P.A.I. (26) ed il rapporto tenuto dal Gen. Renato Ricci, Comandante Generale della G.N.R., agli Ufficiali di quel Corpo di Polizia (27). Il Maresciallo Rodolfo Graziani, già Ufficiale coloniale ed ora Ministro delle Forze Armate della R.S.I., è celebrato a piena pagina nell'agosto '44 (28).
    Circa il settore esteri, la prevalenza assoluta è data alle notizie di guerra dal o sul Giappone imperiale: vittorie, organizzazione interna, prospettive ed aspettative per il futuro (29).
    “L'Azione Coloniale” si pubblica sino alla fine della R.S.I. Ricorda il direttore, Pomilio, sugli ultimi giorni:
    Siccome il 25 aprile è S. Marco, mio onomastico, io lo festeggiavo con mia moglie e la bambina; ero davanti ad un bar, era l'una ed il giornale radio disse che l’Italia era liberata ed anche Venezia era occupata dai partigiani. Allora io spedii immediatamente mia moglie e mia figlia nei loro rifugi, aspettai che venissero i partigiani a casa; vennero mi presero e mi portarono al loro comando. Vi fu un incontro piuttosto vivace con il loro comandante il quale mi rinfacciò il mio fascismo e mi impose di consegnare le armi; io gli porsi la penna stilografica al che mi replicò: “Io le ho detto le armi!” “Io non ho mai avuto armi - ed era vero non avevo mai armi addosso -. Questa è la mia arma perché io faccio il giornalista”. Mi misero in prigione nelle scuole dove mi tennero circa un mese, e poi mi rimandarono a casa, sorvegliato speciale dei partigiani (che montavano la guardia a casa mia giorno e notte); infine, con foglio di via della Questura di Venezia, fui rispedito a Roma dove ogni settimana andavo a firmare il foglio al Commissariato di competenza (30) .
 
 
    NOTE
    1) V. Paolucci, La stampa periodica della Repubblica sociale, Urbino, Argalìa 1982.
    2) T.A.A. Marco Pomilio (n. Roma 28/3/ 1908) Milano 25/6/1991.
    3) T.A.A. Marco Pomilio ... cit.
    4) T.A.A. Marco Pomilio ... cit.
    5) J. Schroder, La caduta di Mussolini e le contromisure tedesche nell’Italia centrale fino alla formazione della Repubblica Sociale Italiana. Da: Storia Contemporanea n° 4, Dicembre 1972, a. III, pp.813-845, qui pp. 831-839.
    6) T.A.A. Marco Pomilio ... cit.
    7) T.A.A. Marco Pomilio ... cit.
    8) F. Giannantoni, Fascismo, guerra e società nella Repubblica Sociale Italiana (Varese 1943-1945). Milano, F. Angeli 1984, pp. 85 e 216-217.
    9) V. Paolucci (a cura di), I quotidiani della Repubblica sociale italiana (9 Settembre 1943-25 aprile 1945), Urbino, Argalìa 1987, pp. 82-83.
    10) R. De Felice, ll fascismo e l'Oriente. Arabi, ebrei e indiani nella politica di Mussolini. Bologna, Il Mulino 1988.
    11) R. Quartararo, Roma tra Londra e Berlino. La politica estera fascista dal 1930 al 1940. Roma, Bonacci 1980, pp. 41-42, 216-217, 226, 230-231 e 361.
    12) A.G. R.S.I. b 48 Affari Politici f 1/5 Stampa. Lettera. Venezia 23.5.1944. Firmata Marco Pomilio.
    13) A.G. R.S.I. b 48 Affari Politici f 1/5 Stampa. Promemoria.
    14) A.G. R.S.I. b 48 Affari Politici f 1/5 Stampa. Lettera. 4 Giugno 1944. Firmata Marco Pomilio.
    15) De Felice, ll fascismo ... cit. p. 123.
    16) A.C.S. R.S.I. S.P.D. ris. b 76 f 647 stf 1. Relazione sull'attività della Direzione Generale Affari Politici dal novembre 1943 al dicembre 1944. 20 Gennaio 1945. Firmata Nonis.
    17) s.a., Sanzioni, ferita sempre viva nella nostra carne. 1 contro 52: e vincemmo! Da: L'Azione Coloniale n° 34, Giovedì 18 Novembre 1944 XXII, a. XIII.
    18) s.a., La voce della boscaglia. Da: L'Azione Coloniale n° 35, Giovedì 25 Novembre 1943-XXII, a. XIII.
    19) M.P., Le attribuzioni del Ministero A.l. passano al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Da: L'Azione Coloniale n° 35, Giovedì 25 Novembre 1943-XXII, a. XIII.
    20) s.a., Comunicazione del Ministero A.l. per le famiglie dei militari prigionieri e dispersi in A.O.I. Da: L'Azione Coloniale n° 37, Giovedì 9 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    s.a., Attenzione! Comunicazioni importanti per i rimpatriati dall'A.I. Da: L'Azione Coloniale n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    s.a., Indicazioni utili del Ministero Africa Italiana per chi abbia pratiche da iniziare ed in corso. Da: L'Azione Coloniale n° 7, Giovedì 17 Febbraio 1944-XXII, a. XIV.
    21) s.a., Posta degli Italiani d'Africa. Da: L'Azione Coloniale n° 32-33, Giovedì 10 Agosto 1944-XXII, a. XIV.
    22) s.a., Tutti gli italiani d'Africa riceveranno l'“Azione Coloniale”. Da: L'Azione Coloniale n° 52, Giovedì 28 Dicembre 1944-XXIII, a. XIV.
    23) s.a., Giustizia repubblicana è fatta. Da: L'Azione Coloniale n° 2, Giovedì 13 Gennaio 1944-XXII, a. XIV.
    24) T.A.A. Marco Pomilio ... cit.
    25) s.a., Nella voce di Mussolini risuona la novella diana d'Oltremare. Da L'Azione Coloniale n°51, Giovedì 21 Dicembre 1944-XXIII, a. XIV.
    26) s.a., La Polizia dell'Africa Italiana celebra a Roma con austero rito il settimo annuale della sua fondazione. Da: L'Azione Coloniale n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    27) s.a.,Il rapporto di Ricci agli ufficiali della P.A.I. Da: L'Azione Coloniale n° 2, Giovedì 13 Gennaio 1944-XXII, a. XIV.
    28) s.a., Saluto a Graziani antibadoglio di sempre. Da: L'Azione Coloniale n° 3233, Giovedì 10 Agosto 1944-XXII, a. XIV.
    29) G.M. Sangiorgi, Giappone vittorioso. Da: L'Azione Coloniale n° 37, Giovedì 9 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    s.a., Splendido bilancio nipponico in due anni di guerra vittoriosa. Da L'Azione Coloniale n° 37, Giovedì 9 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    s.a., Il successo dei piani nipponici in Cina. Una tenaglia che non stringe. Da: L'Azione Coloniale n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    s.a., Il Primo Ministro nipponico afferma che il 1944 sarà l'anno decisivo per la vittoria del Tripartito. Da: L'Azione Coloniale n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
    s.a., Volto e lineamenti del Giappone. La costituzione imperiale nipponica. Da: L'Azione Coloniale n° 2, Giovedì 13 Gennaio 1944-XXII a XIV.
    s.a., Buone notizie da Tokio. Da: L'Azione Coloniale n° 52, Giovedì 28 Dicembre 1944-XXIII, a. XIV.
    30) T.A.A. Marco Pomilio ... cit.
 
 
     INDICE Dl ABBREVIAZIONI E SIGLE 
    A.C.S. R.S.I. S.P.D. ris.= Archivio Centrale dello Stato - Roma. Fondo della R.S.I., Segretaria Particolare del Duce, carteggio riservato.
    A.G. R.S.I.= Ministero degli Affari Esteri - Roma. Archivio di Gabinetto della R.S.I.
    b= busta d'archivio.
    cit.= citato in precedenza.
    f= fascicolo d'archivio.
    G.N.R.= Guardia Nazionale Repubblicana. 
    p=pagina.
    P.A.I.= Polizia dell'Africa Italiana.
    R.S.I.= Repubblica Sociale Italiana.
    s.a.= senza autore. 
 stf= sottofascicolo d'archivio. 
 T.A.A.= testimonianza all'autore.
 
 
    RINGRAZIAMENTO
    L'autore è grato al Dott. Marco Pomilio per la cortesia e disponibilità nella rievocazione delle vicende de “L'Azione Coloniale”. Un ringraziamento particolare alla Direzione della Biblioteca Centrale del Politecnico di Milano per la gentile collaborazione e per il consenso alla consultazione di annate del periodico.
 
 
    SCHEDA
    Titolo: L'AZIONE COLONIALE
    Sottotitolo: Settimanale dell’Istituto Fascista dell'Africa Italiana. Organo degli Italiani d 'Africa.
    Motto: “Gli Imperi per sicuramente tenerli bisogna popolarli e da metropolitani che posseggano una definita coscienza imperiale”. Mussolini.
    Luogo di pubbl.: Venezia.
    Tipografia: del “Gazzettino”.
    Direzione: Palazzo de Polignac - S. Vio 870.
    S. Marco - Calle dei Stagneri 5238 dal 17 febbraio 1944.
    Direttore: Marco Pomilio.
    Durata: dal 18 novembre 1943 (n° 34, a. Xlll) al 19 aprile 1945 (n° 16, a. XV).
    Formato: 42x58.
    Pagine: due, raramente quattro.
    Reperibilità: la collezione della Biblioteca Universitaria “Bocconi” di Milano è andata distrutta. La collezione della Biblioteca Civica “Sormani” di Milano è praticamente distrutta. Lacunose le annate 1943-1944 presso la Biblioteca Centrale del Politecnico di Milano.
 
 
STORIA VERITA’ N. 13 Luglio-Agosto 1998 (Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI)

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